Rilegare un “Livre De Peintre”: Luigi Castiglioni rilega Pablo Picasso

Qual è la differenza tra una legatura artigianale e una legatura artistica? Luigi Castiglioni, il più noto rilegatore d’arte italiano, lo ha spiegato all’Aldus Club mostrando i vari passaggi di una spettacolare rilegatura artistica eseguita per una copia del Dans l’Atelier di Picasso (1957).

Prima del 1920, la legatoria era una questione di artigiani. Le sue tecniche e motivi decorativi rispondono ai grandi momenti della storia dell’arte (in particolare dell’architettura), ma non manifestano alcuna singolarità artistica, come succede ad esempio nel caso di un’opera pittorica o musicale. Poi, in Francia, grazie a colti mecenati e collezionisti come Jacques Doucet (1853-1929), la cosiddetta rilegatura “di creazione” assume una nuova dimensione: per la prima volta, viene chiesto a dei “designers”, prima che esistesse questo termine, di disegnare modelli per le legature che solo artigiani d’alto livello dovevano realizzare. La rilegatura supera quindi la decorazione e comincia a mostrare la sua aura tra le opere d’arte.

I libri d’artista che vedono la luce contemporaneamente alle prime “legature di creazione” sottolineano l’eccezionale libertà che prende forma nella collaborazione tra un poeta e un illustratore (pittore, incisore). Nel Dans l’Atelier de Picasso (Paris, Fernand Mourlot, 1957, tiratura limitata a 200 copie). noi troviamo un libro d’artista che sconvolge il nostro rapporto con le opere originali stampate all’interno e ci invita ad entrare in uno spazio detto “creazione”. Jaime Sabartès, connazionale e segretario di Picasso, partecipa su richiesta del litografo Fernand Mourlot a quello che diventerà uno dei primi grandi livres de peintre.

Oltre al formato imponente che presuppone la padronanza tecnica del legatore, il decoro immaginato da Castiglioni offre un’interpretazione giocosa del dialogo tra il pittore e il suo visitatore. Il disegno libero dei profili, la trasmutazione dell’affascinante danza grafica di Picasso nel linguaggio della pelle, i diversi livelli di mosaici che vengono ad animare la perfezione del vitello, impermeabile e marmoreo, la leggerezza dell’insieme, ne fanno una nuova creazione a tutti gli effetti.

L’atelier di Luigi Castiglioni, divenuto il crogiolo di un approccio insieme riconoscibile e polimorfico, ha dispiegato negli ultimi anni un’estetica potente, eretta sulla classica struttura “a cinque nervi” nota come legatura alla francese. Il legatore trae vantaggio dalla penetrazione delle motivazioni profonde del pittore o dell’incisore che accompagna. All’interno del libro, questa attitudine è più chiara ed evidente poiché il suo contenuto espressivo, codificato dall’impaginazione e dall’arte tipografica, rende leggibili e visibili i meccanismi quasi organici dell’emergere di un’immagine di fronte a un testo, iscritta in un codice: tocca, guarda, leggi e mastica l’oggetto per elevarlo serenamente al rango di oggetto d’arte.

Legatore e doratore italiano, Luigi Castiglioni è una delle possibili figure di ciò che un legatore è oggi. Rivolto allo stesso tempo alla tradizione e aperto alla modernità, rappresenta questa nuova generazione di professionisti che hanno saputo adattare un know-how antico alle nuove tecnologie. Con lui il legatore non è solo un artigiano, ma un artista, e un “disegnatore” di libri.

Luigi Castiglioni crea nel 1999 il suo laboratorio di legatoria a Rimini, nel centro storico della città, chiamandolo Legatoria Anonima Amanvensis. Si tratta di un laboratorio interamente dedicato alla creazione di legature d’arte, mestiere che Castiglioni ha appreso prima ad Ascona, sotto l’egida del professor Edwin Heim, e poi approfondito con importanti maestri europei come Jean-Luc Honegger, Hélène Jolis, Carlos-Sanchez Àlamo, e Julian Thomas. In breve tempo riesce a farsi conoscere a un vasto pubblico e fidelizzare un folto numero di bibliofili e collezionisti italiani ma soprattutto stranieri. I suoi materiali preferiti sono il vitello al cromo, il marocchino, la foglia d’oro, il camoscio, ma anche legno, metallo, avorio, lacca: una pluralità di materie prime che Castiglioni trasforma in modo da adattarle all’architettura del libro per esprimere un vocabolario artistico originale. Se le sue opere sono caratterizzate da una forte originalità estetica, rivendicano tecnicamente la tecnica tradizionale francese sviluppata agli inizi del xx secolo. Castiglioni ha partecipato a numerose mostre e tenuto corsi di legatoria artistica a livello internazionale, e ha pubblicato vari testi sull’argomento. La prestigiosa rivista francese «Art et Métiers du Livre» gli ha dedicato l’articolo “Luigi Castiglioni, La Renaissance de la Reliure italienne” (di Mirabelle Biheng-Martinon, n. 285, luglio-agosto 2011).


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