Le xilografie nella Divina Commedia del Marcolini: attribuzioni, uso, copia e reimpiego

Le xilografie che illustrano la Divina Commedia pubblicata dal Marcolini nel 1544 sono celebri: ma chi ne fu l’autore? Francesca Nepori, docente di Storia del libro, ci ha portato alla scoperta di attribuzioni, usi e riusi dell’immortale ciclo iconografico.

Partendo dal successo editoriale delle illustrazioni xilografiche della Commedia di Dante pubblicata a Venezia nel 1544 dal tipografo Francesco Marcolini da Forlì con la Nova Esposizione del Vellutello, l’intervento ha ripercorso la storia dell’uso, copia e riuso delle tavole dal momento dell’uscita sino alla fine del Seicento. Attribuite nel tempo allo stesso Marcolini, a Giovanni Britto e recentemente associate all’inventiva dello stesso Vellutello, il caso proposto è un bell’esempio di storia della stampa antica con tutte le implicazioni e riflessioni che ne discendono.

Francesca Nepori è Direttore dell’Archivio di Stato di Massa e della Sezione distaccata di Pontremoli, docente di Storia del libro e delle biblioteche della Laurea Magistrale in Scienze storiche del Dipartimento di Antichità, Filosofia e Storia dell’Università di Genova. Esperta del libro antico a stampa e manoscritto, studiosa di bibliografia, storia dell’editoria e delle biblioteche ha all’attivo contributi pubblicati in miscellanee e riviste accademiche. Ha curato un volume sulla figura di Giulio Rezasco. Dal 2012 è redattore della rivista “bibliothecae.it” dell’Università di Bologna, collabora al progetto RICI (Ricerca sull’inchiesta della Congregazione dell’Indice dei libri proibiti) e si sta occupando delle liste vaticane dell’Inchiesta dell’Ordine dei Cappuccini di cui a breve uscirà il primo volume pubblicato dalla Biblioteca Apostolica Vaticana nella collana “Studi e Testi”.  Dal 2017 fa parte del Gruppo di Studio di Manus Online dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico. Collabora dal 2021 al Censimento nazionale delle edizioni di Giordano Bruno e Tommaso Campanella del Centro Internazionale di studi telesiani, bruniani e campanelliani di Cosenza. 

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